Con l’avvento del XXI secolo ha iniziato a diffondersi in Italia il culto del caffè al ginseng.
La sua diffusione è avvenuta soprattutto grazie a macchine automatiche per l’erogazione di prodotti solubili, inizialmente nei bar ed attualmente anche in molte abitazioni private.
Ma che cos’è il caffè al ginseng? Ad un’analisi approssimativa si direbbe essere una combinazione di caffè e ginseng.

Il Caffè

Il caffé è una delle bevande più popolari al mondo, che si ottiene mediante macinazione dei semi di alcune specie di piante appartenenti al genere Coffea.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato gli effetti benefici del caffè, anche per la prevenzione di diverse patologie.
Il caffè, ricco di sostanze antiossidanti, sarebbe in grado di ridurre il rischio di mortalità per alcuni tipi di tumore se consumato in modo equilibrato.
Il consumo abituale, moderato, di caffè sembrerebbe associato a un minor rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e alcune malattie neurologiche.
La caffeina aumenta l’afflusso di ossigeno e nutrienti al cervello, stimolando la concentrazione.
Il caffè inoltre è un ottimo alleato della dieta stimondo la lipolisi (la “distruzione” del grasso); ciò è possibile anche grazie all’azione della paraxantina, uno dei prodotti che si ottengono quando la caffeina è metabolizzata dal fegato.

Il Ginseng

Il ginseng è una “droga” che si ricava dalle radici di Panax Ginseng, pianta tipica di Corea e Cina. Il termine Panax rimanda a Panacea, figura mitologica greca capace di curare tutte le malattie. Il termine Ginseng è invece un riferimento all’aspetto antropomorfico della radice.
In realtà oltre al Panax Ginseng esistono altre specie che non sono però altrettanto utilizzate e studiate.
Le prime radici di ginseng furono introdotte in occidente tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII, mentre l’analisi della pianta ha avuto inizio nel XIX secolo e gli studi scientifici intorno ad essa, che sono aumentati nella sconda metà del XX, proseguono tutt’oggi con molti esperimenti.
La pianta e le sue proprietà sono quindi state descritte in Occidente prima del suo uso, avvenuto prima di accurate analisi scientifiche. Non sorprende quindi che le rappresentazioni e le credenze abbiano influenzato e condizionato, fino ai giorni nostri, il suo consumo.
Il ginseng è sostanzialmente un adattogeno, cioè una sostanza con azione aspecifica sui processi fisiologici, in grado di auentare la resistenza e l’efficienza fisica agli stress ambientali e in condizioni di carico straordinario.
I ginsenosidi (principi attivi) estratti dalla radice inducono l’aumento di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, che agisce migliorando la risposta agli stress psicofisici.
Studi effettuati sull’uomo hanno mostrato un miglioramento delle performance neuropsichiche, con effetti ad esempio su memoria e apprendimento.
Al ginseng è stata attribuita anche attività ipoglicemizzante, con numerose evidenze scientifiche su cavie da laboratorio ma poche conferme sull’uomo.
Sebbene il ginseng sia presentato come una panacea è bene ricordare che sono stati evidenziati anche vari effetti collaterali (nausea, diarrea, sbalzi di pressione, insonnia, tachicardia), interazioni con alcuni farmaci (ad esempio gli anticoagulanti) e che l’impiego di ginseng sarebbe da evitare in gravidanza e allattamento.

Il caffè al ginseng

È arrivato il momento di rispondere seriamente alla domanda posta ad inizio articolo: cosa è il caffè al ginseng?
Per rispondere a questa domanda è necessario andare a studiare la composizione dei vari prodotti in commercio che portano questo nome.
Nelle scuole bisognerebbe obbligatoriamente insegnare come si legge un’etichetta, iniziando da una sempicissima regola: gli ingredienti sono indicati in ordine di quantità.
Confrontandone circa una decina una decina di marche diverse si può riscontrare alcune cose:

– Al primo posto troviamo praticamente sempre gli zuccheri (saccarosio e sciroppo di glucosio), che la fanno da padroni; talvolta con percentuali superiori all’80% del prodotto!

– Spesso nelle prime posizioni ci si trova latte in polvere.

– Il caffè solubile non compare mai prima della terza posizione e varia da una percentuale dell’8% a una del 18%.

– Poi parte le sfilza di emulsionanti, anti-agglomeranti, regolatori dell’acidità, coloranti, tutti identificati da sigle che iniziano con la lettera E.

– Gli aromi (sintetici), tra cui quello di caffè. Certo, se non sa di caffè che caffè è?

E il ginseng? Tristemente relegato nelle ultime posizioni, spesso ultimissimo. Con una percentuale ridicola che varia dallo 0,3% all’1%.
Bisogna inoltre tener presente che esiste una notevole differenza nella quantità di principi attivi (quelli che sono responsabili delgli effetti del ginseng, in primo luogo i ginsenosidi) presenti, a seconda della specie della pianta utilizzata, dell’età a cui la pianta viene raccolta e delle modalità di conservazione e preparazione del prodotto.

In definitiva?

Si tratta sostanzialmente di una bevanda calda zuccherata, aromatizzata e colorata, con un pizzico di ginseng. Che a differenza del caffè apporta anche molte più Calorie.
Morale della favola: nella vostra pausa, che sia al bar o a casa, a una pozione magica (che di magico ha ben poco) preferite un più salutare orzo. Oppure un buon caffè, senza esagerare e rigorosamente a stomaco pieno.